Il primo che ne parla nei propri resoconti di viaggio è Matthew Flinders (1802), navigatore e idrografo britannico.
Si tratta di un lago salato privo di affluenti, lungo 600m e separato dall'oceano da una sottile striscia di terreno, composta da dune di sabbia ricoperte da una vegetazione lussureggiante.
La sua forma ricorda quella di un'impronta umana. Il lago è circondato da alberi di eucalipto.
Il colore rosa delle acque è permanente e si mantiene anche se travisata in un recipiente. Ma perché assume questo pigmento? L'insolita colorazione è dovuta alla presenza di alcune alghe (come la Dunaliella Salina) e quando le acque raggiungono un elevato livello di salinità, l'alta temperatura e la luce solare fanno in modo che tali alghe accumulino il pigmento rosa, il beta carotene, composto da carotenoidi. Il pigmento assorbe la luce del sole per produrre energia, rilasciando così la colorazione nell'acqua. Un'altra teoria vuole che il colore rosa sia dato da batteri Halophilic, che vivono nelle croste di sale della superficie del lago.
Il Lake Hillier è l'esempio più emblematico di laghi rosa. Altri sono: Retba (Senegal), Masazirgol (Azerbaijan), Pink Lake (Australia), Dusty Rose Lake (Canada), Field of Pink Lakes (Australia), Hutt Lagoon (Australia), Quaihading Pink Lake (Australia), Salina de Torreveja (Spagna).
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